Un racconto con Akiko Ueda per la Festa della Mamma

Un’intervista intima per scoprire come si intrecciano creatività e maternità nel quotidiano di una designer e mamma.

Com’è cambiata la tua quotidianità da quando sei diventata mamma?

Akiko: È aumentato il senso di responsabilità perchè ogni scelta, anche piccola, viene valutata pensando al benessere dei bambini. Il tempo per me stessa si è ridotto e le attività personali - relax, skin-care, hobby - vengono ridimensionate o riorganizzate. Anche una semplice doccia è diventata una sfida!

C’è qualcosa che i tuoi figli Rio e Kai ti insegnano ogni giorno?

Akiko: Rio e Kai mi insegnano a vivere nel presente, perché a loro non importa cosa succederà domani, vogliono solo che io sia lì, adesso, a guardare come giocano, come saltano, come ridono, come mi tendono le braccia. Mi insegnano la pazienza, quella vera. Quella che si prova quando si spiega per l’ennesima volta perché, appena si torna a casa, si lavano le mani, perché non si mangia sul divano, perché non si lanciano i giocattoli. Diventa un atto d’amore, non di sfinimento. Mi insegnano l’amore incondizionato: anche quando sono stanca, distratta o imperfetta, loro mi cercano, mi scelgono, mi amano e mi portano ad essere una persona migliore, ogni giorno. Perché mi fanno veramente riflettere su me stessa e ripensare a chi o come voglio essere per loro.

Come stai vivendo questo momento di attesa della tua terza bambina?

Akiko: Questa attesa è diversa. È piena d’amore, sì, ma anche di fatica. Ho due piccoli che mi chiedono tutto: tempo, braccia, sorrisi… e io cerco di non mancare mai. Poi c’è lei, questa femminuccia che cresce dentro di me, silenziosa e già forte. Sono stanca, una stanchezza profonda diversa da quella delle gravidanze precedenti. Perché adesso non posso fermarmi neanche un secondo: ci sono i miei bambini, c’è il lavoro, ci sono tante cose da fare in casa…e io provo a tenere tutto insieme. Ma, nel mezzo di questa corsa, sento un’emozione nuova. Un filo rosa che mi lega a lei, che mi dà forza anche quando il corpo cede. So che ogni istante faticoso, ogni notte insonne, ogni dubbio diventerà amore puro quando la guarderò negli occhi per la prima volta. Lei sarà la mia terza, ma per me sarà ancora una prima volta e io ci sarò. Stanca, sì, ma piena d’amore.

La moda è sempre stata parte della tua vita: come scegli i look per te e per i tuoi bambini?

Akiko: Da quando sono diventata mamma, ho imparato a scegliere look pratici, ma sempre con un tocco mio: un colore che mi dà energia - i colori sono importanti per me - un dettaglio che mi faccia sentire me stessa anche quando vado di corsa. Per i miei bambini scelgo abiti comodi, morbidi, che li lascino liberi di muoversi e giocare. A volte ci abbiniamo senza volerlo, altre volte lo facciamo apposta: una maglietta bianca con un paio di pantaloni in denim per me e per i miei figli. È il nostro modo di giocare anche con l’abbigliamento. La moda, ora, è fatta di gesti quotidiani pieni d’amore. Non devo essere perfetta, ma mi piace sentirmi bene in ciò che indosso e trasmettere questa sensazione anche a loro.

⁠C'è un capo del guardaroba dei tuoi figli che custodisci con particolare affetto?

Akiko: Un completo Vintage, una camicia e un pantaloncino con stampe hawaiane che abbiamo preso a Tokyo. Un’esplosione di colori, ma con quell’aria vissuta che solo i vestiti con una storia sanno avere. Kai non era ancora nato e Rio aveva appena sei mesi. Il completo era per un bambino di tre anni, ma ce ne siamo innamorati subito e l’abbiamo preso lo stesso, impazienti di vederlo addosso a lui. Ora Rio lo indossa e gli sta benissimo! Quel completo, una volta tornati a casa, è diventato il nostro piccolo tesoro. Questo non era solo un capo, ma il simbolo di un viaggio lontano, del nostro primo viaggio con Rio a Tokyo - la mia città, dove ho vissuto per tanti, tanti anni e che per me ha un significato profondo. Ogni tanto lo tiro fuori dal cassetto per ridere, per raccontare, per ricordare. Forse un giorno lo indosserà anche Kai, o forse no. Ma resterà lì, piegato con cura, a custodire un pezzetto di Tokyo e d’amore.